Il terremoto distrugge, fa paura, porta sgomento, la terra divide, ma noi vogliamo lanciare un appello: restiamo UNITI Negli ultimi due mesi il terremoto del Centro Italia ha portato morte, distruzione e soprattutto disperazione. L'ultimo di domenica 30 ottobre ha disarmato il popolo di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Perdite umane e paesini distrutti in quello del 24 agosto u.s., perdite strutturali di notevole entità in quello di ieri, facendo crollare monumenti storici religiosi e civili, ma anche rendendo abitazioni inagibili. Interi paesi, borghi storici che non esisteranno più come noi li abbiamo visitati e conosciuti. Rabbia, disperazione e paura per chi ci vive, ma anche tanto rammarico per noi viaggiatori che serbiamo nel cuore questi incantevoli luoghi distrutti. SOS, numeri verdi ma poi? La macchina dei soccorsi funziona in Italia, noi l'abbiamo provata con il terremoto dell'Emilia, si attiva in poche ore la protezione civile che è un fiore all'occhiello del nostro Bel Paese; i numeri verdi si adoperano immediatamente e inizia la raccolta di fondi i e tutti ci si sente più "buoni" a donare e versare qualche euro, oppure inviare oggetti di prima utilità. Tutte ottime azioni. Ma una domanda sorge spontanea: ci siamo mai chiesti poi che cosa succederà DOPO, quando sarà passato il terremoto? Continueremo ad aiutare queste popolazioni anche dopo? Ha ragione Cristiano "il Bubris" nel suo post "L’anima dopo il terremoto" scritto sul suo BLOG, quando chiede - Alzi la mano quanti di voi, “leoni dietro le tastiere”, siete andati in vacanza dal 2009 ad oggi nell’Abruzzo e nelle Marche? Quanti di voi acquistano l’olio, il vino e i prodotti marchigiani e umbri? Quanti di voi conoscevano l’esistenza di Amatrice, dei Monti Sibillini o dell’entroterra marchigiano prima di quest’estate? Ecco, tante cose si potrebbero fare sia pratiche sia di spirito, dopo il terremoto per aiutare chi ha bisogno e per nutrire il proprio spirito e la propria anima. - Oppure l'articolo comparso sull'ANSA, dove si legge la preoccupazione dell'assessore al turismo delle Marche - Rilanciare il 'brand' Marche, per far capire che, nonostante il terremoto, la regione mantiene intatto il suo livello di "attrattività e qualità" -. Questo significa che dobbiamo restare uniti, coesi ora e in futuro, aiutare le popolazioni colpite secondo il nostro modesto parere significa continuare ad acquistare i prodotti delle loro terre, inserire in futuro, non appena la situazione si sarà stabilizzata, le Marche, l'Umbria, il Lazio, l'Abruzzo nelle prossime mete da visitare, non per pietà, ma perché hanno bisogno anche del danaro proveniente dal comparto turistico! Lo sapevate che nel 2012 l'Emilia Romagna registrò una flessione del MENO 40% nel comparto turistico confrontato con l'anno precedente? Il terremoto interessò una parte della regione localizzata nell'Emilia, ma le ripercussioni ci furono anche sulle coste e in Appennino, zone lontane dall'epicentro e che non avevano subito danni. Ma tutta la Regione dovette "pagare" caro questo evento! Concludo con una frase dello scrittore giapponese Haruli Murakami: Il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti. Chissà perché quando si pensa ad un aiuto concreto, si pensa sempre e soltanto al vil danaro.... Non è pur vero che sono i piccoli gesti, quelli dettati dal cuore, che possono realizzare grandi cose????